giugno 8, 2020 | Updated: 20 agosto 2020
La multinazionale ha messo in atto delle misure per ridurre l’impatto ambientale e produrre in modo sostenibile riciclando e riutilizzando composti e prodotti industriali.
L’ecologia e il consumo responsabile sono diventati due degli obiettivi strategici di Eco Conscious, il programma sostenibile creato da PORCELANOSA Grupo per rispettare l’Agenda 2030 dell’ONU per lo Sviluppo Sostenibile e le sfide fissate dai diversi organismi internazionali.
Conformemente agli obiettivi e agli approcci stabiliti dalle Nazioni Unite in questo trattato e in base ai modelli di produzione ecoefficienti e sostenibili implementati dalle principali potenze dell’UE, PORCELANOSA Grupo ha intensificato la sua ricerca per progettare e instaurare una politica di produzione a residuo zero. Uno scopo già raggiunto dalle sue otto società per mezzo di azioni ambientali che includono la riduzione del consumo energetico, il riutilizzo di materiali industriali o il miglioramento nella gestione dei residui.
Gestione dei residui ed economia circolare
Il marchio Porcelanosa ha promosso una serie di iniziative per combattere i cambiamenti climatici. Uno di questi è la raccolta e il trattamento dei rifiuti industriali, che a sua volta vengono utilizzati per produrre nuove collezioni ceramiche e promuovere l’economia circolare. Ne è prova il riutilizzo degli scarti provenienti dalle linee di pressatura e smaltatura che sono stati utilizzati per progettare collezioni come Forest di Par-ker® (con il 95% di materiale riciclato) o Starwood Ecologic. Questo tipo di prodotti, con un alto contenuto di materiale riciclato, sono dotati del marchio di qualità ecologica di tipo II. In tal modo viene rispettato lo standard ISO 14021, che favorisce il conseguimento di CREDITI nei programmi di certificazione di edifici sostenibili come LEED BREEAM® o VERDE®.
Gli impianti centrali dell’azienda hanno integrato delle aree di segregazione dei residui al fine di separarli adeguatamente in specifici contenitori e facilitarne il controllo e la successiva gestione. “Abbiamo intrapreso un processo di certificazione a residuo zero per incoraggiare un modello produttivo più sostenibile basato sul riciclo, il riutilizzo e il recupero dei residui”, afferma la società.
Una linea ecologica condivisa anche da Venis, le cui fabbriche hanno avviato le procedure per la certificazione del residuo zero dando la priorità ai processi di gestione esterna basati sul riciclaggio, il riutilizzo o il recupero dei rifiuti piuttosto che sull’accumulo e sull’incinerazione. Inoltre, il 100% delle acque reflue viene depurato e riutilizzato per ottenere uno scarico di zero litri.
L’Antic Colonial ha anche scelto di separare e gestire i residui in base alla loro origine. A ciò va aggiunto che il marchio possiede il certificato ISO 14001 di Gestione Ambientale grazie al miglioramento continuo dei propri centri logistici. “Abbiamo installato diversi punti di raccolta per gestire due gruppi di residui, quelli pericolosi (RP) e quelli non pericolosi (RNP). I rifiuti pericolosi vengono esaminati in modo continuo per il volume che generano e il loro carico tossico. In questa categoria vanno a finire resti di reagenti di laboratorio, aerosol, batterie al piombo o residui di collanti. Con questo tipo di proposte vogliamo ridurre le emissioni di CO2 e l’inquinamento atmosferico”, sottolineano da L’Antic Colonial.
Una condotta simile a quella mantenuta da Urbatek, che ha deciso di distribuire i rifiuti in contenitori diversi in base alla loro natura. Pertanto, i residui delle mense (plastica, cartone o vetro) vengono separati da quelli che si generano in fabbrica, come i metalli non contaminati o le apparecchiature elettroniche. “Tutti i nostri rifiuti sono valutati da gestori autorizzati e i nostri imballaggi riutilizzati il più possibile”, precisano dalla società.
Questa lotta contro i cambiamenti climatici ha indotto molti dei marchi di PORCELANOSA Grupo a cercare soluzioni più sostenibili per i propri imballaggi. Uno di questi è Gamadecor, che ha ridotto l’uso di materie plastiche nella sua produzione e ha sostituito vernici e lacche con solvente per quei prodotti vernicianti a base d’acqua che riducono l’emissione di composti organici volatili nell’aria (COV). “Stiamo promuovendo metodi di produzione più sostenibili ed etici, e questo significa cambiare il film plastico, il polistirolo espanso o il pluriball con altre formule come il cartone o la vernice ad aria compressa”, affermano dalla società.
Noken ha seguito lo stesso percorso optando per un packaging più sostenibile attraverso scatole riutilizzabili di cartone. La società ha aderito al piano aziendale di prevenzione 2018-2020 di Ecoembes per ridurre la quantità degli imballaggi nell’ambiente mediante il riciclaggio e il recupero dei rifiuti.
Butech punta sul riciclo della plastica nelle sue traverse da 5 mm (100% poliammide riciclata) e nella sua nuova soluzione R-Eco. Questo additivo per la posa ceramica permette di recuperare 250 g di plastica per sacchetto di adesivo (il che equivale a 12 buste della spesa per metro quadro di ceramica).
Da parte sua, Krion sostiene la produzione di formati di Krion® (Ecocycle®), che contengono dal 6% al 40% di materiale riciclato, e ha il certificato ISO 14001 per la Gestione Ambientale. Il marchio contribuisce così al conseguimento dei certificati ecologici come LEED BREEAM® o VERDE®. Una filosofia verde che definisce anche Krion Shell®, attrezzature da bagno sostenibili con il 5% di plastica riciclata. “La nostra società è considerata un piccolo produttore di residui perché genera meno di 10 tonnellate di rifiuti all’anno. Inoltre, dichiariamo tutti gli imballaggi con cui lavoriamo per proteggere l’ambiente e la salute dei consumatori”, concludono da Krion.
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